Prove di innamoramento

Prologo

La mia busta, fuori dal supermercato contiene nell’ordine: uno yogurt alle fragole fattoria scaldasole, una confezione di bistecche, una bottiglia di coca cola, una confezione di Omino Bianco al sapone di Marsiglia per la lavatrice, tre mele.
Le sue tre buste della spesa sono piene di ogni ben di dio,dalla frutta alle brioches, da kili carna a tutti i gusti di gelato carte d'ore possibili immaginabili.Mentre lei le carica nella sua macchina io sono vicino al mio squallido scooter (la moto non e’ comoda per fare la spesa…).
Sempre io, sono vestito come l’ultimo dei barboni, con un tocco "tossico-devastato" che mi fa’ assomigliare ad uno dei Gibboni della terza gabbia dello zoo.
Lei, nella sua semplicissima tuta con cappuccio sembra Sandra Bullok che che sta’ andando in palestra.

Approccio

Ci vediamo, cioe’ io l’ho gia’ vista quando finalmente mi nota anche lei, sono sicuro di me:
-ciao Simona
no,non sono piu’ affatto sicuro che si chiami Simona, lei e’ perplessa. Cosi’, nonostante si capisca benissimo che lei si ricordi esattamente il mio nome, finge un po’ di concentrarsi finche non mi saluta col mio.
Accanto alla sua autovettura parliamo del meno e del nulla, di mare e montagne, di tempo e meteo, di cani e gatti, di Sandra Bullok (beh ormai glielo dovevo dire) e dello scimmione (ne parla lei… meglio gioire per il fatto di aver avuto ragione o suicidarsi per l’analogia?).

-beh, vado a riportare il carrello..
-ti accompagno io ovviamente (12 metri a dire tanto)

e’ ora di riprovare
-e quindi Alessia? Ti sei poi laureata in medicina?
Vengo cosi’ a sapere che ancora non si e’ laureata, che studia nell’ospedale dove anche mia sorella prepara la tesi, che e’ andata in barca, poi a new york, che per fortuna che il suo ragazzo lavora perche’ almeno uno dei due porta i soldi a casa, ed ecco, deve essere stato li’, deve essere stato in quel preciso momento, in quell’attimo, in quella frazione minuscola di tempo che e’ intercorsa tra le parole “fortuna che” e “ragazzo lavora”. Meglio, e’ stato quel “mio” in mezzo che deve avermi fatto tornare a galla tutti i ricordi rinchiusi nel vasone di pandora della mia memoria, cara Agnese, ecco perche’ non eravamo usciti quella sera, ora mi ricordo, dovevamo andare a cena fuori, poi salto' fuori questa storia, questo nuovo attore entro' brutalmente in scena presentandosi con un gelato in una mano e con la mia mano nell’altra, mentre vicendevolmente ce le scuotevamo e io ancora mi chiedevo chi fosse quell’individuo che ti accompagnasse. Ho scoperto poi essere anche lui un Samot, non perche’ Samot persona fica e affidabile, ma Samot omonimo, aveva il mio stesso nome, era un destino.
Beh pero’, AGNESE, sei ancora piuttosto carina (vabbe’ sei fica, mo l’ho detto e non scocciatemi piu’) e sei pure fidanzata, e allora glielo dico, glielo dico che sarebbe un ottima ragazza per me, poiche’ alla sua eta’ e’ fidanzata, qualcuno l’ha gia’ provata, funziona bene, e’ un prodotto testato sugli uomini!
Io invece sono solo, pero’ prima ero fidanzato pure io, insomma, AGNESE, il tuo ragazzo poi si chiama pure come me, non devi neanche imparare un nome nuovo e se, mentre faremo l’amore ti sbaglierai, nessuno se ne accorgera’, occhio vede cuore non duole. E i tuoi amici, i tuoi pessimi amici, quando subdolamente ti chiederanno “Stai ancora con Samot? ” tu, senza mentire potrai rispondere “si”, evitando tutti quei noiosi pettegolezzi che si fanno in queste situazioni. Ecco, glielo dico, non ci sono svantaggi a “splittare” da un Samot ad un altro, solo convenienza!
Ma lei ride, fa’ finta di non capire la serieta’ della situazione

Conclusione
Mesto mesto, adesso batte piu’ lento, ciao come stai?
Ah no, questa era una canzone di Lucio Dalla…

Mesto mesto la saluto con un ciao, non perdiamoci di vista che equivale quasi ad un addio, lei piu’ pragmaticamente mi da’ appuntamento a settembre (cavolo e’ maggio) quando sicuramente ci rincontreranno.
Torno al mio squallido scooter, non ha neanche le marce, allaccio il casco, giro la chiave avio il motore.
Oh destino infame, un'altra chance sfumata, un'altra donna che e’ transitata per il mio cuore senza fermarsi neanche un secondino,lei, lei che sarebbe stata quella giusta, quella su cui investire tutte le proprie energie, quella per la quale ti lasci andare, abbatti tutti i muri che anni di delusioni amorose hanno innalzato, lei, l’essere perfetto che Dio Onnipotente aveva creato per me e che il destino beffardo ed impreciso ha affidato erroneamente alla mia brutta e omonima copia, la vita finisce qui, oggi, in questo parcheggio di questo anonimo supermercato… quand’ecco… la vedo e’ lei!
-ciao Carla!
Ma si chiamava poi Carla questo angelo sceso in terra?

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