Samot Blog… C’è un mucchio di donne li fuori!


Un giorno mi svegliai. Era un giorno di novembre, o forse era ottobre? Ok, era inesorabilmente il 24 di ottobre. Quel giorno, quel maledetto giorno, uscii dal lavoro, la stanchezza nelle ossa ma ancora tanta voglia di fare. Varcai la soglia e mi incamminai verso casa; il marciapiede, umido a causa della foschia che in quei giorni invade la città, scorreva lento sotto le mie scarpe: nuove e favolosamente “in style”, come si usa dire oggi. Salutai il barbiere, salutai il panettiere, salutai il giornaliere e continuai così, fino al portone. Quando aprii la porta, passai la corte che separava l’ingresso dalla mia palazzina, salii le scale e accesi il computer.
Potrei dire che mi misi a scrivere, quella sera, dopo il lavoro, ma non è vero. Un irresistibile fremito percorse le mie membra, uscii di nuovo.
Il tempo faceva ancora schifo, la città era grigia, ma c’era qualcosa, qualcosa che per troppo tempo era rimasto sopito sotto le macerie. Andai in centro, oramai sapevo cosa era, arrivai alla piazza più turistica che conoscevo, mi passai una mano nei capelli ed entrai in una grande libreria.
Si, perché forse voi, ingenui lettori, che per molto tempo avete provato a rimorchiare una donna, voi, che forse ci sarete anche riusciti, voi, che quando date la mano non la stringete, ebbene, voi che non sapete: la libreria è un posto dove non si va per scegliere un libro, ma per conoscere una donna.
Per questo quel giorno entrai in libreria, e andai diretto alla sezione romanzi. Presi un libro a caso, nulla che mi interessasse veramente, perché quello che mi interessava era due metri accanto a me; così, con quel libro in mano, in quella libreria del centro, mi avvicinai e le chiesi:”scusa, ho bisogno di un consiglio, volevo leggere questo romanzo, ma non sono affatto sicuro, puoi darmi qualche idea su qualcosa da leggere?”. Si, banale e schietto, diretto e lasciando capire che la lettura è un passatempo piacevole e che il quoziente intellettivo non è un numero da uno a cento. Nel mio sguardo in quel momento c’erano passione, sentimento e voglia di conoscersi, sul mio volto invece, un sorriso. Non un sorriso qualunque, un sorriso che da troppo tempo non trovava posto su di me. Era il numero 5: insolenza, aria di sfida e una traccia di sensualità. Troppo tempo era passato…
Ma quel giorno, quel giorno è successo qualcosa: Samot era tornato!E il mondo è pieno di belle donne!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Grande!

Un tuo seguace :) ha detto...

"..voi, che quando date la mano non la stringete.." ahahahah!
Ti prego aggiungi nuovi post è da un anno a questa parte che non faccio che rileggerli!

Alessandra ha detto...

Sarei davvero curiosa di vedere il volto dietro questo racconto.. grande :)